A CARO PREZZO

© Domenico Nordio-DNC, 2022
IL LIBRO NERO
DI UNO STRIMPELLATORE
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Diventare un uomo migliore:
la mia più grande illusione.
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A CARO PREZZO

Domenico Nordio
Lunedì 05 Ott 2020
Lo dico ad alcuni miei amici stretti, che ho frequentato fino ad ora. Mi scuso per lo sfogo personale, ma questo è il mezzo più rapido per fare giungere loro un messaggio preciso.

Il 5 Settembre ho scoperto di avere il Covid-19; oggi, 2 Ottobre, torno a casa dopo 28 giorni di ospedale, tecnicamente guarito, con i  tamponi finalmente negativi. Sono stato malissimo, il virus ha causato due polmoniti terribili, un versamento pleurico e uno scompenso cardiaco. Per fortuna non sono mai stato nemmeno ventilato: non osate alimentare voci fantasiose, che avete già diffuso e che ho intenzione di mettere duramente a tacere, con tutti i mezzi che ho a mia disposizione.
Bene, sono uscito dall'incubo, sono ancora vivo. A che costo? Sono saltati due mesi di concerti e relativi introiti, e questo è un dato oggettivo. Ma non è questo il punto, credetemi, fortunatamente non morirò di fame.

Voi mi avete sempre detto che il virus manda all’obitorio, o rende permanentemente invalide, solo le persone anziane e debilitate, quasi se lo meritassero. Questo è un atteggiamento che fin da subito mi ha schifato: ho sbagliato a non chiudere immediatamente i rapporti con chi avesse idee così naziste. Però è anche una enorme cazzata.

In ospedale ho visto con i miei occhi un ragazzo del Togo, dal fisico statuario, uscito dializzato; ho incrociato il dirigente d’azienda, che ha avuto una embolia polmonare nel giorno delle dimissioni; ho incontrato una ragazza bellissima, bionda, costretta all’ossigeno a palla perché la polmonite le aveva bruciato metà polmoni; ho avuto accanto Il professore, che tossiva tutto il giorno: l'ho sentito rantolare per giorni interi, non riusciva ad espandere il respiro nonostante la bombola attaccata ininterrottamente.

Tutte persone sane, che il Covid ha ridotto in larve.

Mia moglie stessa, quella che avete conosciuto di persona, giovane e senza problemi cronici di salute, sta ancora lottando contro la debilitante polmonite interstiziale, che la blocca a letto da più di un mese.

Amici che furono, adesso vi chiedo: pensate che la disgrazia che ha colpito tutti loro sia stata meritata? Avete ancora il coraggio di parlare di naturale selezione della specie? Siete degli spudorati.

La mia asma, con la quale convivo da sempre, non mi ha impedito una esistenza intensissima di viaggi e di palcoscenico, lo sapete bene. Credete davvero sia giusto che davanti a me adesso ci debba essere un percorso riabilitativo per recuperare la mia ridotta capacità polmonare, percorso che per fortuna non intaccherà la qualità della mia vita e la mia attività concertistica, ma che mi sottrarrà energie preziose?

A Padova hanno riaperto un intero piano Covid, si aspettano un boom di ricoveri nell’immediato, vogliono tenersi pronti. Ecco, mi duole dirlo, o forse no, ma quei letti, quei respiratori, quegli aghi, quelle bare, sono lì per voi. Non crediate che il Covid vi tema; il Covid è contagiosissimo e chi vive alla carlona è più a rischio degli altri. Non vi sto maledicendo, vi sto dicendo la verità.

Chissenefrega, direte voi.

A me invece frega, eccome, perché siete dei potenziali assassini. Basta anche solo un po’ di mal di gola per rendervi degli untori, se non indossate la mascherina, non vi disinfettate le mani e non mantenete le distanze. Lo dicono i dottori, non lo dicono i poteri forti che citate di continuo, a casaccio.

E così arrivo al dunque: se farete del male ai miei cari mi incazzerò come una iena, siatene certi.

Vi avrei abbracciato ai concerti di Monfalcone e di Codroipo di fine Ottobre, che segneranno il mio ritorno in palcoscenico. Non siete più graditi, perché avete provato ad ammazzare me e mia moglie e mettete a rischio i miei familiari, e questa non ve la posso perdonare.

Chiaro?


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